«Sarà un Vivaio sempre aperto ai cittadini e alle scuole che invitiamo a venire per conoscere la biodiversità metropolitana. Abbiamo cominciato in tempi di Covid, siamo arrivati a una concessione trentennale. Un traguardo e un nuovo inizio. Per i nostri ragazzi studiare e fare ricerca qui è meraviglioso: si fa lezione nella realtà aumentata della natura».
Con queste parole piene di soddisfazione, la Rettrice dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, Giovanna Iannantuoni, ha commentato l’affido definitivo di Vivaio Bicocca all’Ateneo, da parte del Comune di Milano.
Secondo l’accordo con Palazzo Marino, i sette mila metri quadri tra via Roberto Cozzi e via Emilio De Marchi sono in concessione a UNIMIB fino al 2053. É questa una grande conquista per l’Ateneo che vede così coronato un progetto nato tre anni fa.
«Era il giorno di San Valentino, ed era appena cominciato il Covid – ricorda il professor Massimo Labra, Direttore di Vivaio Bicocca ed esperto di botanica e biologia molecolare e vegetale – : il Comune ci diede questa area abbandonata per fare ricerca, didattica ed essere ancora più parte del quartiere, in uno spazio condiviso che sta diventando sempre più vissuto anche dai cittadini». Il primo accordo aveva una durata di tre anni e chiedeva un grande risultato: far vivere l’area. E non solo di nuova biodiversità, ma anche dai cittadini, dagli studenti.
Sono nati i primi progetti, sono arrivate le scuole.
Il Vivaio Bicocca é diventato pian piano una nursery non solo per la biodiversità, ma anche un efficace incubatore di idee, dibattiti e nuovi progetti. Non è semplice trovare luoghi dove confrontarsi su tematiche complesse come i cambiamenti climatici e la sostenibilità, ma ancora più difficile è trovare uno spazio per strutturare relazioni costruttive tra cittadini curiosi, studenti e ricercatori.
La biodiversità urbana è elemento fondante e centrale di questo ambizioso progetto e sta dando ottimi frutti: oggi, tra le fronde degli alberi del Vivaio, si ascolta il canto del Fiorrancino, che è tornato a fare il nido in città. Alle sue note si mescola il martellio del picchio. Nel laghetto, hanno trovato casa tre specie di libellule, mentre nel “Giardino dei Semplici“ si studiano piante medicinali che potrebbero nascondere altri segreti, come la Ginkgo biloba. «È un mega-condominio nel verde», sintetizza scherzosamente il professor Labra.
La nuova concessione permetterà di realizzare aule verdi (non impattanti) per gli studenti. Ci sarà una mega-serra che affonda le radici nel Pnrr: «Nascerà un Centro nazionale per la biodiversità – sottolinea Labra -, con 16 serrette che useremo come ‘stress test’ per le piante, per comprendere quali tra queste tollerano maggiormente il cambiamento climatico. Ogni cella presenterà condizioni ambientali diverse per trovare le piante che secondo la scienza saranno più adatte a vivere la città nel 2025, nel 2030, nel 2053».
Per il Vivaio Bicocca, si delinea un futuro sempre più roseo – o dovremmo dire ‘verde’.