Il “Vivaio Bicocca”: un hub urbano per la salvaguardia degli insetti impollinatori
L’importanza degli impollinatori
Circa il 90% delle piante che producono fiori affida il delicato processo di trasferimento del polline, necessario per la riproduzione sessuale, ad organismi animali tra gli insetti spiccano per diversità, abbondanza e strategie di impollinazione. Gli impollinatori, quindi, giocano un ruolo chiave nella regolazione di servizi ecosistemici a supporto della biodiversità vegetale, della produzione alimentare (si stima che oltre 2/3 degli alimenti consumati dall’uomo derivino da impollinazione) e della resilienza degli ecosistemi a fenomeni di alterazione naturale o causati dall’uomo, tra cui il cambiamento climatico. Recenti studi, indicano infatti che gli insetti impollinatori contribuiscono al potenzialmente raggiungimento di almeno 15 dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile identificati dalle Nazioni Unite (SDGs) (Figura 1) e pertanto, il loro studio e la loro tutela devono essere considerati prioritari nei piani di sviluppo naturale, agricolo e anche urbano.
Figura 1: Immagine tratta da Patel et al.2020 https://doi.org/10.1007/s13280-020-01333-9
Non solo api
Quando si pensa agli insetti impollinatori, si pensa solitamente alle sole api da miele (Apis mellifera). Tuttavia, tra gli insetti impollinatori figurano moltissime altre specie di api, circa 1000 solo in Italia, di altri imenotteri (vespe), e numerosi gruppi di insetti tra cui Lepidotteri (farfalle e falene), Ditteri (muscidi, sirfidi) e Coleotteri (malachidi, cantaridi, ecc…).
La “crisi” degli impollinatori
Negli ultimi decenni va aumentando il declino dell'abbondanza, della diversità e dello stato di salute degli insetti impollinatori, domestici e selvatici.
I principali fattori di rischio per la conservazione di questi sono la perdita e la frammentazione degli habitat, l’impiego di pratiche agricole poco sostenibili, la diffusione di microorganismi patogeni (virus, batteri) e di parassiti (principalmente insetti e acari), e la diffusione di specie invasive. Sebbene questi fattori agiscano spesso in modo sinergico, la perdita degli habitat, e specialmente delle nicchie di foraggiamento e nidificazione giocano un ruolo rilevante.
APPROFONDIMENTO
Lista rossa delle api italiane minacciate, redatta da un comitato scientifico che vede tra gli autori il Dott. Paolo Biella, Assegnista di ricerca di UNIMIB, coinvolto nelle attività di ricerca scientifica sugli insetti impollinatori del Vivaio e della città metropolitana di Milano.
L’importanza delle aree verdi urbane e le ricerche di Bicocca
A livello internazionale è emerso con chiarezza il bisogno di avviare progetti di monitoraggio a lungo termine degli impollinatori, priorità supportata anche dal recente Green Deal Europeo.
La comunità scientifica internazionale ha anche sottolineato l’importanza della conservazione del servizio di impollinazione nelle aree metropolitane al fine di supportare e mantenere la biodiversità negli spazi verdi urbani a beneficio del benessere umano. Gli habitat occupati dagli insetti impollinatori non sono esclusivamente naturali. Infatti, anche contesti agricoli (es. prati da sfalcio, siepi, argini di campi) e urbani (es. aiuole fiorite, orti, parchi cittadini), possono costituire siti idonei all’insediamento di questi animali. Ad esempio, gli insetti apoidei nidificano in molteplici substrati tra cui, terreni da riporto, muri, infrastrutture abbandonate e legname morto. Altri ancora sfruttano cavità già esistenti (es. Osmia spp.) e, per formare o completare i nidi, raccolgono frammenti di varia natura (fibre, terra, argilla, ecc.).
L’idoneità di aree urbane a ospitare comunità di impollinatori può essere potenziata con varie strategie che spaziano dalla piantumazione di risorse fiorali a diversa fenologia che garantiscano risorse abbondanti e diversificate per le comunità di insetti all’installazione di strutture artificiali utili per la nidificazione degli stessi.
In questo contesto il Vivaio Bicocca si configura come un primo nodo (o hub) della zona 9 del comune di Milano per supportare gli insetti impollinatori e il loro ruolo nell’ambito dei servizi ecosistemici.
Ringraziamo Carlo Galliani per le immagini messe a disposizione.