Monitoraggio del soundscape e dell’inquinamento acustico nel Vivaio Bicocca

Monitoraggio del soundscape e dell’inquinamento acustico nel Vivaio Bicocca

Il Vivaio Bicocca presenta delle caratteristiche uniche trattandosi di un’area verde collocata in un ambito urbano fortemente antropizzato. Dal punto di vista acustico l’area è caratterizzata dalla presenza di numerose sorgenti sonore di origine antropica (strade, ferrovia, prossimità di attività produttive) e biologica (soprattutto attività canora di uccelli e ronzio di insetti); per questo motivo, il Vivaio si presta a svolgere sia attività didattiche sia di ricerca.

Le attività di ricerca in ambito acustico, svolte attraverso campagne di monitoraggio a breve e lungo periodo, riguardano due aspetti: quello relativo all’inquinamento acustico e quello relativo al paesaggio sonoro o soundscape. Con quest’ultimo termine si definisce la relazione tra il paesaggio e i suoni che lo caratterizzano, suddivisibili in antropici (antropofonie), biologici (biofonie) e legati a fenomeni naturali (geofonie).

L’esposizione prolungata all’inquinamento acustico ha delle ripercussioni importanti sulla salute dell’uomo e costituisce un problema di grande portata in Europa e nelle sue capitali; inoltre nel caso del Vivaio potrebbe interferire con le attività didattiche che si svolgono in loco. La presenza di rumore antropico ha inoltre un forte impatto sugli habitat naturali: riduce l’abbondanza e la diversità di specie faunistiche terrestri e marine, ne altera le relazioni intra e interspecifiche e provoca un deterioramento della salute dei singoli individui. Per tale motivo vengono svolte attività di studio del paesaggio sonoro e delle sue dinamiche spazio-temporali.

Il gruppo di ricerca in Acustica del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (diretto dal prof. Giovanni Zambon e composto da Alessandro Bisceglie, Andrea Potenza, Roberto Benocci e Fabio Angelini) nel mese di maggio 2022 ha avviato un’attività di monitoraggio in campo. A tal fine nell’area del Vivaio sono state posizionate diverse tipologie di strumentazioni:

  • una centralina fonometrica per il monitoraggio dell’inquinamento acustico;
  • registratori da campo per il rilevamento delle vocalizzazioni dell’avifauna;
  • registratori per il rilevamento dell’attività delle api (uno nei pressi di un’arnia per le api domestiche e uno rivolto verso le casette nido delle api selvatiche).

A supporto dell’attività sperimentale di monitoraggio acustico, una campagna di riconoscimento ornitologico è stata effettuata dal prof. Andrea Galimberti (zoologo del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze BtBs), mediante punti di ascolto in campo, da cui è emersa la presenza delle seguenti specie (in ordine di abbondanza di vocalizzazioni): capinera, cornacchia grigia, fringuello, codibugnolo, merlo, colombaccio, verzellino, storno, rondone comune, cinciallegra, codirosso comune. Ad eccezione del codirosso comune e del rondone comune (migratori transahariani che utilizzano le aree prossime al vivaio solo per la fase di nidificazione), tutte le altre specie censite sono stanziali, cioè utilizzano l’area del vivaio Bicocca durante tutto il loro ciclo vitale (riproduzione, svernamento).

L’inquinamento sonoro può costituire una fonte di stress per questi animali ed è stato ampiamente dimostrato da diversi studi che costituisce anche un fattore di alterazione del loro comportamento. Ad esempio, in uno scenario urbano caratterizzato da un moderato o elevato inquinamento sonoro, queste, e altre specie aumentano il “volume” delle loro vocalizzazioni consumando molte più energie rispetto alle popolazioni insediate in aree meno rumorose.

L’analisi del rumore permetterà di caratterizzare la distribuzione spaziale e temporale dei livelli sonori e delle sorgenti presenti nell’area, anche mediante mappe acustiche, e prevedere eventuali interventi di mitigazione per attenuare i rumori che si rilevano nel Vivaio Bicocca.

La caratterizzazione del paesaggio sonoro, invece, permetterà di calcolare diversi indici eco-acustici correlabili alla presenza di biofonie o antropofonie (suoni che derivano dalla natura e da attività umane, rispettivamente). Attraverso l’analisi degli indici eco-acustici sarà possibile ricavare delle mappe spaziali che individuano le aree caratterizzate da una maggiore attività canora e, potenzialmente, le aree con una miglior qualità ecosistemica complessiva.

A fronte dell’elaborazione dei dati raccolti, i ricercatori valuteranno la necessità di installare sul confine del Vivaio Bicocca schermi acustici (barriere fonoisolanti o fonoassorbenti vegetali) in grado di mitigare il rumore proveniente dall’esterno, allo scopo di tutelare sia l’esistenza della fauna che la fruibilità dell’area del Vivaio.

Monitoraggio del soundscape e dell’inquinamento acustico nel Vivaio Bicocca